obesità/sovrappeso e carboidrati

obesità/sovrappeso e carboidrati: conoscerli per saperli gestire

OBESITÀ/SOVRAPPESO E CARBOIDRATI: CONOSCERLI PER GESTIRLI

Obesità e sovrappeso sono oggi un flagello sociale ed in costante aumento.

Purtroppo non si è ancora trovato un rimedio che funzioni in tutti i casi, e questo perché vi sono molti fattori all’origine del problema. Alcuni di essi sono facilmente individuabili con analisi cliniche, altri con ricerche di laboratorio più sofisticate; ma ce n’è uno di origine psicologica, che è difficile da comprendere se non si  ha un’idea abbastanza chiara di come avviene l’ingrassamento a livello fisiologico.

Se c’è qualcuno che ancora non crede o non tiene nella giusta considerazione l’unità psicofisica della persona, arrivato alla fine di quest’articolo avrà materiale su cui riflettere.

Proprio perché I fattori sono parecchi, in  questa sede esamineremo in modo semplice e comprensibile quello dell’alimentazione troppo ricca di carboidrati (amidi e zuccheri).

Un errato modo di alimentarsi è, infatti, la causa più nota dello sviluppo dell’obesità e del sovrappeso. E, come vedremo in seguito, il suo funzionamento è molto collegato ad un fattore poco tenuto in considerazione. Il meccanismo è semplice e fa capire il criterio che ha ispirato diverse diete quali l’iperproteica, l’ipocalorica, ecc.. Come pure il perché del loro fallimento.

Ecco, in sostanza, cosa succede:

 facciamo un pasto molto ricco di zuccheri che vanno nel tubo digerente;

 una grande quantità di glucosio (zucchero) passa rapidamente nel sangue attraverso la parete intestinale;

 il pancreas si accorge che nel sangue c’è più glucosio del normale: si affretta a mandare in circolo insulina in proporzione allo zucchero arrivato;

 l’insulina porta il glucosio al fegato e ai muscoli; se è troppo per essere consumato, lo accantona come riserva, trasformato in grasso; così il tasso di glucosio nella circolazione discende rapidamente;

 ma il pancreas si accorge ben presto che il sangue è diventato povero di glucosio: manda subito in circolo il glucagone che va a riprendere il grasso che l’insulina aveva immagazzinato, lo ritrasforma in glucosio e lo rimette in circolo;

 ahimè, il glucagone mette anche fame e ci porta a rimangiare anche se lo abbiamo fatto da poco. Si produce così del nuovo glucosio;

 il povero pancreas si accorge che il tasso di glucosio è nuovamente troppo alto e rimanda nel sangue un altro bel carico di insulina…

S’innesca così un circolo vizioso: di nuovo tanta insulina e poi tanto glicogeno nelle cellule: queste, carico dopo carico, non fanno che accumulare zucchero e trasformarlo in grasso. Ed eccoci in sovrappeso o obesi. Il grasso formatosi in questo modo si accumula prevalentemente sulla fascia addominale:  la classica silhouette a mela.

il glucosio

formula chimica del glucosio

Se questo balletto glucagone-insulina dura troppo a lungo il pancreas si stanca; subisce un progressivo declino funzionale delle cellule deputate alla produzione di insulina, con aumento della glicemia a digiuno (IFG). Il fegato, da parte sua, è troppo pieno per poter consentire l’entrata a nuovo glucosio.

E queste sono le basi per la comparsa del diabete di tipo 2 e resistenza insulinica.

A questo punto la domanda sorge spontanea: “cosa fa innalzare l’insulina?”. E la risposta è doverosa in quanto può essere molto utile.

I fattori che determinano l’aumento dell’insulina sono:

1)  i carboidrati semplici (zuccheri, miele, sciroppi) provocano l’aumento maggiore;

2)  i carboidrati complessi (specie se mangiati da soli) fanno innalzare l´insulina, anche se un po’ meno di quelli semplici;

3) il pancreas produce insulina agli inizi di un pasto. Possiamo dire che ha una memoria di 20 ore. Infatti la quantità d’insulina che produce ad ogni nuovo pasto dipende da quella prodotta nelle ultime 20 ore. Per cui, più carboidrati si sono mangiati nelle ultime 20 ore e più insulina verrà prodotta durante quel pasto;

4) ne consegue che, dopo un pasto particolarmente ricco, conviene tenersi per 20 ore piuttosto leggeri, se non osservare un giorno di digiuno. Per lo stesso motivo è controindicato mangiare zuccheri e carboidrati a distanza ravvicinata: in tal modo si ottiene che ogni volta aumenta la quantità di insulina prodotta… magari per degli spuntini irrisori. Mangiare 150 g di carboidrati tutti in una volta fa produrre meno insulina che suddivisi in 3 volte nell’arco di 3 ore;

5) la produzione di insulina aumenta molto se il pasto dura più di 50 minuti… per cui è giusto dire “a tavola non s’invecchi”;

6) poiché l’insulina viene prodotta all’inizio del pasto è bene iniziare con l’insalata. Un po’ perché ci aiuta a riempirci, ma anche perché è fatta di fibre, perciò aiuta ad abbassare il bisogno complessivo di insulina. E forse ci aiuta anche un po’ a gabbare il pancreas; è come dirgli: “guarda che per quel che mangio puoi pure riposarti”.

È utile quindi conoscere l’Indice Glicemico dei vari cibi per avere un’idea di quanto glucosio immettiamo nel sangue mangiandoli.

Al riguardo, si vedano le Tabelle dell’indice glicemico degli alimenti

A questo punto verrebbe spontanea la domanda: cosa c’entra tutto questo con la psicologia?

In realtà, tutti sappiamo che i carboidrati fanno ingrassare, e purtroppo i nostri cibi preferiti sono proprio a base di carboidrati (dolci, paste alimentari, snacks, delicatessen…). E tutti ci proponiamo di usarli con intelligenza e moderazione. Alcuni riescono a seguire delle diete molto povere di carboidrati, ma non sono capaci poi di mantenere quello stile alimentare e riacquistano il peso perduto, magari con gli interessi. Altri interrompono più o meno presto la dieta.

Perché? Hanno forse perduto il desiderio di diventare snelli?

No.

Nella stragrande maggioranza dei casi sono stati vinti dallo stress, e dal conseguente bisogno di consolarsi con i cibi più amati.

Si tratta di una reazione comune, fisiologica: lo stress fa produrre cortisolo, e il cortisolo mette fame, in particolare di zuccheri e perfino di grassi.

gli stressati si consolano con i cibi preferiti

gli stressati si consolano…

Per di più, è anche un’abitudine socialmente acquisita: pensiamo a come i genitori usano generalmente il ciuccio appena il neonato piange. E molti hanno scoperto che ricoperto di zucchero funziona anche meglio.

Lo stress della vita di oggi è tantissimo, però non tutti sono grassi, e non tutti allo stesso modo.

La spiegazione più semplice del fenomeno sarebbe che alcuni sono meno stressati di altri.

Questo è ovviamente vero, ma l’obiezione che sorge è: ma come è possibile quando la situazione che vivono è la medesima?

La risposta sta nel fatto che alcuni hanno il bicchiere dello stress già colmo o quasi, e altri no.

E quelli che sono strapieni di cortisolo (ormone dello stress) e debbono per forza consolarsi perché assaliti da “fame nervosa”, e altri invece no.

In questo caso è estremamente utile sapere quanto è il proprio benessere psicofisico, ovvero qual è il livello dello stress;  quali sono le emozioni che lo ingigantiscono per poter intervenire.

Vuoi testarti il BENESSERE/STRESS?

CLICCA QUI

Se l’argomento dello stress ti interessa, vai ai links:

http://www.marcelladelpezzo.com/articolo/stress-si-salvi-chi-puo-e-ora-si-puo/

http://www.marcelladelpezzo.com/articolo/microtraumi-infantili-si-salvi-chi-puo/

Per ulteriori approfondimenti, puoi visitare:

INSULINA

https://it.wikipedia.org/wiki/Insulina

STRESS

http://www.stateofmind.it/tag/stress/

CORTISOLO E STRESS

http://www.codicepaleo.com/cortisolo/