i microtraumi infantili

microtraumi infantili

I microtraumi infantili e le loro conseguenze

  1. Cosa sono i microtraumi infantili?

I microtraumi infantili sono piccole sofferenze vissute nel periodo infantile; “micro”, perché prese separatamente, o vissute ad un’età diversa o in altro contesto, sarebbero state esperienze di poco conto.

Si tratta, ad esempio, di una strillata, una punizione umiliante, una risposta sgarbata, un ceffone, un epiteto, una critica, uno scherzaccio, un abbraccio rifiutato o non ricevuto.

  1. I danni dei microtraumi infantili

I micro-traumi infantili sono dunque eventi negativi piuttosto comuni: nessuno di essi è di per se stesso traumatizzante. Se però sono ripetuti, al punto di costituire il clima emotivo nel quale il bambino cresce, può venire a configurarsi l’ambiente relazionale disfunzionale cronico che può portare fino al Disturbo Borderline di Personalità.

È incredibile quanto i microtraumi infantili possano essere  dannosi al  benessere psicofisico della persona per tutta la vita.

Infatti, da loro dipendono la maggior parte dei problemi psicologici (ansia, fobie, attacchi di panico, depressione, disturbi alimentari, della sfera sessuale, ecc.); nonché quelli psicosomatici (disturbi dermatologici, del sonno, dell’apparato gastro-enterico, respiratorio, cardio-circolatorio e muscolo-scheletrico, obesità/sovrappeso, ecc.).

C’è da tener presente che il sistema immunitario è la sentinella che ci difende dalle malattie. Il suo indebolimento comporta una maggiore facilità ad ammalarci, purtroppo anche in modo grave.

E tutto ciò accade sia  nei bambini che negli adulti.

  1. Come possono i microtraumi causare danni così gravi?

C’è una concomitanza di fattori che interagiscono fra di loro e fanno sì che i microtraumi infantili abbiano conseguenze gravi per il nostro benessere psichico e fisico.

La caratteristica più sorprendente è che ci  condizionano per tutta la vita, a meno che non si prendano gli appositi provvedimenti.

I principali fattori sono:

A) fragilità fisica ed affettiva del cucciolo d’uomo

fragilità fisica ed affettiva del cucciolo d'uomo

fragilità fisica ed affettiva

Tutti sappiamo che i bambini sono estremamente dipendenti:  lo sono al punto da  fare dei propri genitori le loro “divinità”, quelle da cui dipende la loro sopravvivenza.

Per questo motivo, in tenera età, piccole esperienze negative causate, quasi sempre in modo involontario, dai genitori o figure facentene veci, vengono percepiti come terribili traumi. Questi, perché il bambino possa andare avanti, richiedono degli adattamenti che verranno mantenuti per tutta la vita, come si trattasse di una questione di vita o di morte.

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B) cervello in via di maturazione

jean piaget e la maturazione affettiva

jean piaget

È evidente a tutti che i bambini non possiedono le stesse capacità cognitive degli adulti.

Tuttavia è solo grazie alle ricerche sul campo di Jean Piaget che ora sappiamo che non si tratta di una differenza di quantità, quanto di qualità: da bambini percepiamo ed elaboriamo tutte le esperienze, comprese quelle emotive,  in modo molto diverso dagli adulti.

Ed è questo uno dei fattori che rendono dei traumi, insignificanti per un adulto, delle vere e proprie tragedie per un bambino.

Succede anche che i bambini interpretano come esperienze dolorose innocenti fatti ed episodi di vita comune e perfino atti pieni di amore.

Le principali differenze qualitative corresponsabili dei microtraumi infantili e della gravità dei loro effetti sono:

1. il normale egocentrismo infantile

In effetti  tutti conosciamo l’ egocentrismo infantile: i bambini, nel bene e nel male, riconducono tutto a loro. È stato uno degli aspetti dello sviluppo infantile più  studiato da Piaget, che ne ha messo in luce i modi in cui esso si manifesta nel linguaggio e nel pensiero infantile.

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2. il dualismo (manicheismo) infantile

Per i bambini non esistono le vie di mezzo. Esistono solo i due opposti: bianco-nero, bello-brutto, buono-cattivo, mi ama-non mi ama, ecc.. Sul piano affettivo questa caratteristica infantile produce tanti danni ed è spesso causa di microtraumi.

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3. l’onnipotenza infantile

Incredibile ma vero, il bambino, esserino fragile per eccellenza, è convinto di essere onnipotente.

Fu Sigmund Freud a parlarne per primo, riferendosi alla convinzione del bambino in tenera età di poter controllare con il proprio desiderio l’intera realtà.

Ciò significa che da piccoli crediamo di avere, nel bene e nel male, un’illimitata capacità di creazione e distruzione.

Possiamo, ad esempio, credere di aver ucciso la mamma con la nostra pipì o di aver sganciato un’arma molto distruttiva con la pupù.

Molti inafferrabili e radicati sensi di colpa traggono origine da queste “fantasie” infantili.

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4. la credulità

La credulità infantile è un prodotto di più fattori:

  • la nulla o scarsa esperienza della vita;
  • l’iperlitteralismo (comprensione letterale del linguaggio con incapacità di comprendere ironia, metafore, iperbole, sarcasmo e tutto il linguaggio allusivo);
  • la fiducia cieca negli dei-genitori e, per generalizzazione, negli adulti.

Questa è artefice di non pochi problemi nella nostra vita. Basti pensare alle fiabe, e alla spasmodica quanto inutile ricerca del principe azzurro da parte di non poche donne.

C) particolarità della memoria emotiva o implicita

Joseph Ledoux

Joseph Ledoux e le ricerche sull’amigdala

Ultimamente le neuroscienze hanno dedicato molte ricerche allo studio della memoria. In particolare hanno individuato, in modo certo, la sede anatomo-funzionale dell’inconscio: l’amigdala.

Da tali ricerche sono emerse informazioni particolarmente importanti per comprendere come funzioniamo:

  • esiste una memoria emotiva inconscia in cui registriamo le nostre sensazioni ed emozioni;
  • siamo in grado di memorizzare sensazioni/emozioni già nell’utero;
  • a meno che non si riportino lesioni al tessuto nervoso,  i ricordi non si perdono mai:  possono sempre tornare a galla grazie a particolari situazioni e ad associazioni;
  • il ricordo episodico può essere rimosso dalla coscienza e non essere disponibile nella quotidianità; ma l’emozione ad esso collegate continuano ad essere attive;
  • le emozioni inconsce restano sempre vitali e condizionano il nostro modo di sentire, pensare ed agire: cioè la nostra intera vita.

D) il sé, la personalità ed il carattere sono in formazione

Molti fattori sia di natura biologica che ambientale influiscono sulla formazione di queste tre istanze: qui ci occupiamo esclusivamente dei microtraumi.

La fragilità infantile fa sì che piccoli episodi negativi possano far sentire il bambino in pericolo di vita, diventando così un grande stress.

piccole imperizie genitoriali

piccole imperizie genitoriali e “grandi” microtraumi

Purtroppo le particolarità ed i limiti del cervello infantile fanno sì che il bambino sia molto esposto a ricevere traumi: piccole imperizie genitoriali ed a volte anche situazioni normali diventino traumatiche.

Per continuare a vivere dopo un trauma bisogna ricorrere ad un adattamento.

L’adulto lo fa avendo a propria disposizione diverse possibilità di scelta per elaborarlo. Il bambino, invece, a causa del dualismo e della scarsa esperienza ne ha due: i due opposti.

Ad esempio un primogenito convinto di essere “il non amato“ potrà scegliere tra: “me ne importa” e “non me ne importa”.

Nel primo caso farà di tutto (per tutta la vita) per essere il più bravo ed il più  buono. È il suo adattamento per non farsi buttar via  dai “genitori” e cercare di recuperare il loro amore.

Quel che è peggio è che, a causa dell’egocentrismo infantile, sarà altresì convinto di aver qualcosa di sbagliato per cui i genitori hanno smesso di amarlo. Con questo tipo di adattamento diventerà una brava persona, affidabile ed anche competente.

Tuttavia, anche se verrà a trovarsi in un ambiente buono sarà facilmente sfruttata. Faticherà immensamente perché sarà perfezionista, farà tutto in modo ansioso, avrà difficoltà a dire dei no e ad asserirsi. Sarà eccessivamente suscettibile e bisognosa dell’approvazione di tutti. Avrà un eccessivo bisogno di essere amata è non sarà  mai pienamente convinta di esserlo.

In ultima analisi sarà una persona che situazioni avverse possono condurre a stress cronico (con tutti gli annessi psicosomatici), disturbi d’ansia, attacchi di panico, depressione, obesità e sovrappeso.

L’adattamento che scaturisce dal “non me ne importa” o “non li amo più neanche io” porterà allo sviluppo di uno spiccatissimo senso della libertà personale, ad una persona anticonvenzionale divergente, creativa, anche geniale: per la serie “genio e sregolatezza”. Ma avrà problemi con le regole sociali, facilità a finire in eccessi di tipo vario, difficoltà in campo relazionale, affettivo e sentimentale. Sarà egocentrico, finanche narcisista.

L’ambiente, a meno che la persona non sia molto ricca e molto nota, la metterà facilmente a dura prova. In condizioni ambientali pessime può rischiare la follia, il vagabondaggio  ed il suicidio.

Ovviamente, questo non vuol dire che questi siano i ritratti fedeli di tutti i primogeniti oscurati dal secondo figlio. I microtraumi infantili sono solo uno dei fattori che concorrono allo sviluppo del sé, del carattere e della personalità.

Bisogna dire però che è impossibile che non lascino traccia, e che convivere con loro non è facile, fino a rendere la vita dolorosa.

gli esiti dei microtraumi infantili

vivere con gli esiti dei microtraumi infantili

Purtroppo i micro-traumi infantili sono un nemico molto pericoloso, difficile da vincere perché subdolo e quasi invisibile: molti sono ben coperti sotto l’amnesia infantile; altri sono rimossi e non sono presenti nella memoria conscia, altri ancora restano in memoria, ma dissociati dalle emozioni.

I danni da loro procurati angustiano la nostra vita mascherati in vario modo: le persone che ne soffrono sono convinte che i loro problemi e sofferenze dipendano da tutt’altro: da aspetti del loro carattere/personalità (timidezza, insicurezza, ansia, mancanza di coraggio, tristezza, suscettibilità, problemi fisici ecc), dalla sfortuna, dalla cattiveria degli altri e così via.

In un certo senso hanno anche ragione: spesso ci roviniamo la vita da soli, con il nostro carattere e la nostra personalità. Dove sbagliano è quando pensano che carattere è personalità sono innati, congeniti, iscritti nel DNA e quindi immutabili.

Invece gran parte del carattere e della personalità è dovuta alla memoria emotiva, inconscia legata ai microtraumi infantili e relativi adattamenti.

Ora sappiamo per certo che resta sempre viva e condiziona il nostro modo di stare al mondo.

Ed è ormai evidente che i microtraumi infantili non risparmiano nessuno: tutti ce li portiamo dentro e tutti avremmo una vita molto migliore e più  sana sia fisicamente che psichicamente se liberassimo il nostro se, il nostro carattere e la nostra personalità dai danni prodotti  dai microtraumi infantili. Ora si può fare!

liberi dai microtraumi infantili

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